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NO CONTACT: Smetti di Aspettare, Inizia a SCEGLIERE Te Stesso/a

Aggiornamento: 27 mar

Il No Contact non è una tecnica. Non è una tattica. Non è una strategia da applicare con la speranza che lei/lui torni. Eppure è così che viene vissuto dalla maggior parte delle persone: come una battaglia silenziosa fatta di giorni contati, resistenza forzata, attese congelate. Una guerra contro se stessi in nome di un ritorno che, spesso, non arriva. Non perché sei sbagliato/a. Ma perché stai combattendo la battaglia sbagliata.


Quando vivi il No Contact come una forma di sacrificio, sei ancora legato/a a lei/lui. Lo fai pensando che stai “facendo la cosa giusta” per farla/o tornare, ma sotto sotto stai solo aspettando. Ogni giorno è una prova di resistenza. Ogni ora senza un suo messaggio è una ferita riaperta. Il focus è sempre lì, su di lei/lui. Non su di te. E questa è la distorsione che ti blocca. Perché la verità è che il No Contact non è per lei/lui. È per te. È un’occasione per ricostruirti, per rientrare in contatto con quella parte di te che hai smarrito dentro quella relazione. Una parte che si è adattata, che ha cercato conferme, che si è aggrappata alla speranza. E adesso quella parte va recuperata. Va ripulita. Va riportata a casa.


Ogni giorno che passa senza di lei/lui non è un giorno perso. È un metro in più verso di te. Ma questo vale solo se usi questo tempo per guardarti davvero dentro. Se invece sei ancora lì ad aspettare un segnale, una notifica, un gesto, allora no, non stai facendo No Contact. Stai solo congelando il tuo presente nel tentativo di riavere indietro qualcosa che, se fosse davvero giusto per te, non ti avrebbe messo in questa posizione.


Il ritorno non è garantito. Nessuno può assicurarti che tornerà. Anzi, è proprio quando smetti di aspettarla/o che inizi a guarire. Perché finché resti legato/a all’illusione che dovrebbe tornare, ti racconti che il tuo valore dipende dalla sua decisione. Come se bastasse che lei/lui tornasse per sentirti finalmente abbastanza. Ma questo è il nodo da sciogliere: il tuo valore non si misura dal ritorno di una donna o di un uomo. Si misura dalla tua capacità di restare in piedi anche quando lei/lui ha scelto di non esserci più. Dalla forza che hai nel ricostruirti senza bisogno di conferme. Dalla scelta consapevole di metterti al centro, davvero.


L’angoscia che senti non viene dalla sua assenza. Viene da un’aspettativa non soddisfatta. Da una parte di te che sperava, che aspettava, che si nutriva dell’idea che lei/lui potesse ancora tornare e rimettere tutto a posto. Ma se lei/lui non è tornata/o, allora forse non era destino. Forse non c’era nulla da salvare. Forse, e questa è la verità più dura, non è mai stata/o davvero lì con te nel modo in cui tu pensavi.


Adesso hai due strade davanti: continuare a vivere nel passato, imprigionato/a in un ciclo di “chissà se torna”, oppure rompere quel ciclo e scegliere te stesso/a. Scegliere di uscire dall’attesa e entrare nella costruzione. Non è facile, ma è possibile. Non è immediato, ma è reale. E sì, fa paura. Perché significa lasciare andare l’illusione. Ma è proprio lì che inizia la libertà. Il No Contact è potente, ma solo se lo usi per ciò che è davvero: uno spazio sacro per ritrovare la tua identità, la tua mascolinità/femminilità, la tua forza.


Non stai cercando di farla/o tornare. Stai imparando a non volerla/o più indietro. E questo, alla fine, è l’unico vero potere che hai.



 
 

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