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Perché le Donne SPARISCONO Dopo il Primo Appuntamento (e COSA FARE per Cambiare le Cose)

Aggiornamento: 27 mar

Quando una dinamica si ripete con costanza, non è casuale. Se incontri donne che spariscono prima o dopo il primo appuntamento, se noti che la storia si ripete ciclicamente, allora la causa non è fuori da te. È dentro. E il primo errore è quello di restare focalizzati sul comportamento dell’altra persona, cercando spiegazioni nel loro modo di fare, nei segnali che danno o non danno, nei messaggi che rispondono o ignorano. Quel tipo di atteggiamento è una trappola. Ti illude che ci sia qualcosa da correggere nel modo in cui approcci, nelle battute che usi, nel tono di voce, nei messaggi che scrivi. Ma non è lì che si gioca la partita.


Ogni dinamica ricorrente è uno specchio. E quel che ti mostra è la tua identità attuale. Quello che oggi pensi di essere. Non puoi ottenere risultati nuovi rimanendo la stessa persona che sta ottenendo quelli di adesso. Cambiare non significa imparare una nuova tecnica o una frase fatta, ma trasformare il modo in cui ti percepisci, il modo in cui entri nelle situazioni e, soprattutto, l’uomo che porti in quell’interazione. Perché sono le tue azioni a creare i risultati, ma sono la tua identità e il tuo stato interno a generare le azioni. Non puoi forzare un comportamento che non ti appartiene, almeno non a lungo. E quando lo fai, si percepisce. Non sei spontaneo, non sei presente, non sei connesso. Sei lì per ottenere qualcosa. E questa energia, dall’altra parte, si sente.


Attrazione non è qualcosa che costruisci facendo, ma qualcosa che trasmetti essendo. Una donna si connette emotivamente attraverso ciò che prova nel momento in cui interagisce con te. Se l’esperienza che vive è piatta, prevedibile, o peggio ancora filtrata da insicurezza, da bisogno di convalida o da ansia da prestazione, la connessione si spezza. E quando si spezza, la conseguenza è che si allontana. Non perché le manchi qualcosa a livello oggettivo, ma perché non sente nulla che la porti a restare.


La chiave non è chiedersi cosa fare per stimolare le emozioni di una donna, ma diventare l’uomo che naturalmente le stimola. Non attraverso frasi ad effetto o forzature, ma attraverso un atteggiamento solido, rilassato, leggero, guidato dal piacere della connessione, non dal bisogno del risultato. Quando sei davvero presente in un’interazione, quando non ti proietti mentalmente al dopo, al messaggio che manderai, alla prossima mossa da fare, sei più lucido, più spontaneo, più autentico. Ed è lì che generi attrazione. Non perché stai cercando di far colpo, ma perché smetti di provarci.


L’uomo che insegue, che rincorre, che insiste, non è sbagliato nel comportamento, è sbagliato nel punto di partenza. Si muove dalla paura di perdere, dal bisogno di essere scelto. E in quel bisogno c’è un’identità fragile, un’identità che si definisce in base all’approvazione dell’altra persona. Questo non può generare attrazione, solo pressione. E la pressione, lo sai, fa scappare.


Per invertire questa dinamica non serve un manuale di regole. Serve una trasformazione. Serve lavorare sulla radice, sul chi sei, non sul cosa fai. Serve diventare l’uomo che non ha più bisogno di trattenere nessuno, perché ha già integrato dentro di sé il proprio valore. L’uomo che sa generare emozioni nella donna non perché le racconta qualcosa di incredibile, ma perché la porta a rivivere sensazioni profonde e positive attraverso l’interazione con lui. E questo succede solo se tu, prima, sei libero. Libero dal bisogno, dalle aspettative, dal controllo. Libero di esserci davvero, senza difese, senza ruoli, senza finzione.


È da lì che comincia tutto. Non da quello che dici. Ma da quello che sei mentre lo dici. E se vuoi cambiare ciò che ottieni, devi cambiare da lì.



 
 

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